Se i giovani si organizzano, si impadroniscono di ogni ramo del sapere e lottano con i lavoratori e gli oppressi, non c’è scampo per un vecchio ordine fondato sul privilegio e sull'ingiustizia. Enrico Berlinguer

martedì 8 maggio 2012

"Non li snobbiamo. Subito un confronto"


«Il tracollo del centrodestra, il fatto che il centrosinistra non riesca ad approfittarne per decollare e l’irrilevanza del terzo polo». Questi secondo Nichi Vendola i tre dati fondamentali che escono dal voto amministrativo.

Ne metterei un quarto piuttosto rilevante, Vendola, ossia l’affermazione del Movimento 5 Stelle.

«Ovviamente sì, un’ affermazione che vedo come una spina nel fianco del centrosinistra. Perché quel Movimento riesce a catalizzare il disincanto e a organizzare un nuovo civismo. Noi non dobbiamo assolutamente snobbarli ma, al contrario, aprire un confronto serio con loro. E lo dico al netto delle polemiche che mi hanno contrapposto a Beppe Grillo».

Scusi, ma due settimane fa. in un’intervista al nostro giornale, lei definì l’antipolitica “un’onda melmosa gonfia di passioni tristi, di livore che sostituisce l’analisi, di grugniti che prendono il posto delle strategie. Una sorta di bestemmia liberatoria…”. Cambiato opinione?

«Ma no, quella per me era ed è l’antipolitica. Tutt’altra cosa è chi lavora sul  territorio come i tantissimi militanti ed elettori del Movimento 5 Stelle. Con loro dobbiamo parlare e misurarci, non certo fare a gara di insulti. Anche perché il suo consenso è direttamente proporzionale al deficit di credibilità che spesso azzoppa il centrosinistra».

Eppure sembra che il centrosinistra riesca a vincerle queste elezioni…

«Sicuramente alla fine dei conti, avremo vinto gran parte delle sfide. Tuttavia. di fronte alla sconfitta storica di Pdl e Lega, una sconfitta che potrebbe anche essere la chiusura di un ciclo, io non vedo ancora un progetto forte, un’idea compiuta di alternativa. Mi pare che siamo visti solo come una coalizione elettorale ma non politica e spesso percepiti come un sistema di potere e non come un’Alleanza per il cambiamento».

Lei pensa che questo voto rilanci la famosa foto di Vasto?

«lo non parlo di foto ma di progetti, penso che se non mettiamo in campo da subito la nostra proposta per l’Italia rischiamo di perdere il treno. Invece vedo che il Pd continua ad attardarsi dietro alla chimera del Terzo Polo che, come hanno dimostrato gli elettori, non ha corrispondenza nella società e nel voto. Direi che risulta una forza irrilevante. Gli stessi ceti medi piuttosto che inseguire gli aquiloni del moderatismo sì tuffano nel mare agitato del radicalismo populista».

Come in Grecia ma non come in Francia.

«lo vedo un sintonia tra il voto francese e quello greco. Hollande vince perché dice parole forti contro le politiche liberiste e di austerità dell’Europa. In Grecia perdono quelli che hanno sacrificato il popolo sul1′altare  del memorandum europeo, mentre vincono due partiti di sinistra che fanno un discorso europeista ma alternativo. Ovviamente anche qui esiste un’onda melmosa, stavolta composta da neonazisti».

Quindi secondo lei dalla Francia alla Grecia passando per l’Italia, il voto è contro questa Europa?

«E’ evidente che c’è un fortissimo malcontento nei confronti delle tecnocrazie europee, compresa quella che guida il governo italiano».

Prima il Pd fa cadere Monti e meglio è?

«Quando ci si spaventa di fronte agli effetti della democrazia, siano i referendum, o le elezioni anticipate, si commette un grave errore. La medicina che può curare la crisi della nostra società non é la tecnica ma la politica. La democrazia non è il problema, è la soluzione».

Ma Bersani ha detto che lui non vuole vincere sulle macerie del Paese…

«Con molto affetto gli rispondo che io spero di non perderle quelle elezioni, sulle macerie del Paese. Francamente non mi pare che il nostro governo le stia rimuovendo quelle macerie».

Intervista di Riccardo Barenghi a Nichi Vendola pubblicata oggi sul quotidiano La Stampa

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